ISTITUTO
SUPERIORE DI SCIENZE UMANE APPLICATE
Emotività, affettività,
intelligenza: Romeo Lucioni PAGINA
1 : REALIDAD In questa significativa illustrazione, che vuole
interpretare
Lauriga, lintelligenza, usa le redini, la mente,
per Possiamo "leggere" la "verità" in modo
diverso, Lintelligenza regola e controlla, attraverso una mente capace di trasmettere sensibilità, volontà, destrezza e capacità ed infine lanima giudica e gode dellesperienza tenendo conto del mondo circostante, per lo più procelloso, sviluppando quindi una coscienza mitico-trascendente. In una sola immagine abbiamo tracciato tutta la complessità dellattività e delle potenzialità psico-mentali che caratterizzano luomo e lo rendono tanto diverso da ogni altra "creatura", da ogni altro essere vivente. Questa differenza si manifesta anche nella coscienza del piacere che luomo trae dalla sua curiosità di conoscere se stesso e, in altre parole, di dare un significato al viaggio ed alla meta, alla volontà di superare i mondi procellosi come così anche di dominare il proprio mondo interno, fonte di energia, ma anche di pericolo, se lasciato troppo in libertà. In questa visione simbolica, possiamo trovare anche una lettura psicoanalitica leggendo lauriga come lIo che regola i rapporti tra lEs (la parte istintiva e libidica) ed il Super Io (la struttura etico-morale di riferimento) e/o, in termini più moderni, tra ldeale dellIo e lIo ideale. Comunque si vedano le cose, resta tuttavia una dimensione molto chiara che nellanalisi delle facoltà psichiche o, se vogliamo, della mente, dobbiamo riconoscere tre elementi fondamentali: lemotività, laffettività e la capacità cognitiva. Diciamo subito che questa differenziazione non è così facilmente riconosciuta perché generalmente (fatto forse dovuto alle difficoltà linguistiche dellinglese (vedi Lucioni,1997)) non sono ben chiare le differenze tra emotività ed affettività. Jung dice: " la funzione intellettiva del comprendere è incapace di "pensare" una facoltà come il sentire", facendo, in questo modo collimare lemotività con laffettività, in una attività psichica riferita ai sentimenti. Così sembrerebbe impossibile capire i sentimenti con la razionalità e risulterebbe il paradosso delluomo che cerca di gettare un ponte tra mondo del pensare e mondo del sentire. Nelle società dei paesi più sviluppati, sono assolutamente privilegiate le facoltà intellettivo-razionali, intanto che le "emozioni" sono considerate cose da "donne" o, comunque, di secondo ordine. Si può anche dire che questo atteggiamento è retaggio della cultura classica greca, nella quale il razionale, lestetico ed il vero si coniugavano anche nel giusto, per assumere un valore assoluto di predominanza (Atene verso Sparta). Nel mondo antico lemotivo era coniugato come "passione" che, con un significato intrinseco di istintivo, incontenibile, infrenabile e cieco, era da rifiutare. Cartesio (1595-1650) invece rivaluta i sentimenti come espressioni autonome dellIo che si propone così come "soggetto", valore massimo della condizione umana, che si distingue dal resto del mondo e dalloggettività; considera il sentimento come fonte della morale e delletica, espressione massima dellestetica ed anche mezzo di conoscenza che incrina la supremazia delloggettività e, quindi, del razionale. Pascal (1623-1662) riconosce che il "cuore" ha una capacità conoscitiva diversa dallintelletto, ma assolutamente valida ed efficace: se il pensiero razionale è capace di acquisire conoscenza, non è tuttavia in grado di afferrare loggetto nella sua completezza perché è del cuore la capacità di captare intuitivamente e rapidamente la situazione delloggetto. Per Rosseau (1712-1778) il sentimento riesce a percepire quella forma di bontà e di valore etico di un ambiente inquinato dai condizionamenti, dal profitto, dallutile, dal predominio sociale. Un notevole progresso è attuato dai sentimentalisti inglesi del settecento che, nel campo del conoscere, pongono sullo stesso piano sentimenti e ragione. Kant (1724-1804) evidenzia, accanto alla ragione, il sentimento e la volontà che diventano le funzioni mentali principali delluomo e che, anzi, lo elevano sopra ogni altro essere vivente. Il sentimento acquista sempre maggior valore anche perché gli vengono attribuite particolari capacità di giudicare in base ad un nuovo metro che è quello del piacere e del dispiacere. Contro i percorsi della logica e della razionalità, il sentimento viene esaltato come ponte di spiritualità, come mezzo per seguire il cammino della trascendenza e lamore acquista un valore che spalanca le porte alla relazione, alla compartecipazione ed alla solidarietà. Accanto ai valori cognitivo-razionali, prendono posto valori esistenziali ed i sentimenti si differenziano fenomenologicamente come "animici" (amore, odio, tristezza) o "spirituali" (speranza, felicità, estasi) dando una visione nuova al senso della vita e del mondo, oltre alla finalità delluomo e della sua volontà. Si ha comunque limpressione che a tuttoggi non sia stato possibile sciogliere la dicotomia mente-corpo, biologico-psichico, corpo-anima ed anzi forse lavvento di una vera "era psicofarmacologia", con il fascino dei risultati, attraverso i quali si è dimostrato come lambiente chimico (neurotrasmettitori) del cervello alteri le sensazioni, la partecipazione, la produzione eidetica ed il comportamento, si sia accentuato il vallo che separa da sempre "il biologico" dal "mondo psico-mentale". La scienza dei neurotrasmettitori e della chimica molecolare ha ancora di più accentuato il diverbio, lintolleranza, le prese di posizione estreme e poco hanno servito le recenti pubblicazioni di Daniel Golman, Thomkins e Antoni Damasio che, pur destando nuovo interesse sul ruolo delle emozioni, hanno mantenuto una certa separazione tra sfera cognitiva e sfera affettiva, mettendole in competizione (l'dattamento emotivo é più importante dell'aspetto cognitivo)o dimostrando che lesioni cerebrali che alterano il funzionamento emotivo lasciano indenne quello cognitivo e razionale (Stanley I. Greenspan,1997). Sigfried BrocKert e Gabriele Braun (1997), commentando il libro di D.Golman, dicono:
e ancora:
Questa famosa dicotomia tra razionale ed emotivo non si traduce in semplice diatriba scientifico-conoscitiva, ma influenza e condiziona poderosamente interventi sia nellambito clinico-terapeutico, che in quello educativo-formativo:
Queste due concezioni vedono il cervello o come una struttura rigidamente determinata o, al contrario, come un sistema funzionale plasmabile attraverso lo sviluppo relazionale e affettivo, in altre parole, dei sentimenti. La dicotomia mente corpo ha pure un risvolto etico: ancor oggi, sotto un certo profilo popolare, il paziente neurologico è visto come uno "sfortunato", mentre il malato di mente viene più considerato come colpevole di certe intolleranze, dei comportamenti strani e della sua dolorosa instabilità affettiva. Bisogna riconoscere tuttavia che limportanza del mondo delle emozioni e dellaffettività è sicuramente ormai riconosciuta e sufficientemente dimostrata anche se, purtroppo, le incertezze linguistiche (Lucioni,1997) creano un alone semantico che, a nostro modo di vedere, confonde e determina tali e tante incomprensioni che finalmente risulta poco chiaro tutto il discorso sul significato e sulle qualità dei meccanismi mentali. Per fare un esempio riportiamo una frase di Greenspan (1997): "In passato le emozioni sono state viste come uno sfogo di passioni molto intense, come reazioni fisiologiche, stati danimo soggettivi o segnali interpersonali, ma dai nostri studi sulletà evolutiva emerge che il loro scopo principale è quello di creare, organizzare e orchestrare molte delle funzioni fondamentali della mente. Intelletto, capacità scolastiche, senso di sé, coscienza e moralità hanno tutti radici comuni nelle primissime esperienze emotive. Per quanto possa sembrare strano, le emozioni sono artefici di una vasta gamma di operazioni cognitive nel corso di tutta la vita e rendono possibile il pensiero creativo in ogni sua forma." È veramente poco chiaro come le "emozioni" possano esercitare una influenza tanto positiva sulla strutturazione dei meccanismi mentali, a meno che con il termine di emozioni si voglia indicare anche tutto quellapparato psichico che noi differenziamo come "mondo dellaffettività" o "mondo dei valori". Questo problema é chiaramente evidenziabile anche da Greenspan che, poche righe sotto, dice: " le emozioni sono artefici di una vasta gamma di operazioni cognitive " e, subito dopo: "A favore del legame tra sfera affettiva ed intellettiva " Da queste osservazioni si evince la necessità di ordinare con maggior precisione le conoscenze e le definizioni su emozioni, affetti e razionalità, tenendo conto anche del fatto che lintuito popolare riconosce nellintelligenza anche capacità di ordine sociale (ecologiche ed altruistico-solidali), oltre che emotive, dal momento che viene bollata come "freddezza emotiva" quella qualità che spesso accompagna i ragionamenti e le dichiarazione specificamente professionali e/o manageriali. * * * * * Sullonda del positivismo, la ricerca scientifica ha portato avanti un costante modello di studio e di approfondimento conoscitivo, aprendo nuovi orizzonti, non solo alla conoscenza, ma anche al razionale, allintellettivo, alla dimostrazione ed alla sperimentazione. Gli studi di anatomia, di neuroanatomia funzionale, di neurofisiologia e, più recentemente, le neuroscienze ci hanno dato un bagaglio conoscitivo-culturale che, insieme agli studi di farnmacodinamica e farmacocinetica, oltre a quelli centrati sui neurotrasmettitori, hanno permesso di migliorare le nostre conoscenze sul funzionamento del cervello e sulle connessioni e riverberazioni che legano diverse strutture o, anche, diverse aree cerebrali a funzionalità specifica. Alla base della nostra ricerca sullintelligenza, lapprofondimente di alcune funzioni psico-mentali che interessano:
Percezione Tralasciando un’analisi dettagliata del Talamo (primo relais di integrazione sensoriale) e delle aree corticali sensoriali che sono organi specifici della percezione, vogliamo qui riferirci alle altre strutture cerebrali chiamate in causa nello sviluppo di quelle esperienze coscienti condizionate da un "ipertono emozionale" e che entrano nel tema della nostra ricerca sull’intelligenza. Eccles (1981) pone l’attenzione su come "…la
percezione cosciente, derivata da inputs sensitivi comuni, sia modificata in
un modo significativo da emozioni, sentimenti e pulsioni affettive" ed
inoltre ricorda come Nauta (1971) ipotizza che lo stato dell’ambiente
interno (fame, sete, paura, collera, piacere) sia segnalato ai lobi
prefrontali dall’ipotalamo, dall’amigdala, dai nuclei del setto e da altri
componenti del Sistema Limbico. PAGINA 1 : REALIDAD PAGINA 3 : SISTEMA LIMBICO PAGINA 4 : STRUTTURA DELLA MENTE PAGINA 5 : COMMENTO E CONCLUSIONI LINKS: Torna
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