ISTITUTO
SUPERIORE DI |
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Emotività, affettività,
intelligenza: neurofisiologia e psicodinamica della mente. Romeo Lucioni PAGINA 1 :
REALIDAD STRUTTURA DELLA MENTE Se prendiamo una esperienza erotico-sentimentale come paradigma per analizzare il funzionamento mentale, potremo dire che:
Seguendo le indicazioni dello schema sopra descritto, possiamo identificare tre modelli differenti di funzionamento mentale: A In questo caso, limponenza della risposta emotiva prevarica le possibilità contenitive degli altri due sistemi ed il soggetto resta in balia delle sue emozioni senza possibilità di controllarle. B Laffettività prevarica il sistema di controllo razionale e si lascia anche trasportare dallimput emotivo che risulta accentuato perché poco contenuto. C La razionalità domina laffettività e, di conseguenza, si osserva anche una relativa anestesia emotiva. La partecipazione ai vissuti risulta del tutto analizzata e controllata da tizioristiche affermazioni di verità e di superiorità, risultandone un comportamento freddo e distaccato (anche se, spesso, insicuro). Il modello preso in esame si riferisce ad un "modello olistico della mente", considerata in "tutta la sua gloria", capace di autoregolarsi e creare, rispettando lesperienza ed una capacità evolutiva intrinseca che riguarda sia i processi biologici, sia altri psico-mentali. In un precedente lavoro (Lucioni,1997) abbiamo introdotto il concetto di psicomotilità riassunto nello schema
nel quale riconosciamo: A = disposizione emotiva = emozioni allerta tensione,ansia, angoscia, sicurezza paura, terrore gioia tristezza, melanconia commozione impassibilità
B = tonalità affettiva = sentimenti sensibilità indifferenzaserenità inquietudine altruismo egoismo tenerezza freddezza perseveranza volubilità arrendevolezza caparbietà pazienza indifferenza tolleranza rigorosità comprensione inflessibilità pietà cinismo reattività aggressività
che, fondati nellordine dei valori rispecchiano:
Narcisismo - autoriconoscimento ("io sono io" = senso di essere) secondario - autoidentificazione (differenziazione dallAltro) - autovalorizzazione ("senso di potere") - "evaporazione della vergogna"(esprimere le prorpie potenzialità) - progettualità espansiva del sé nel tempo e nello spazio.
Sviluppo del - valorizzazione dellAltro senso morale - rispetto dellAltro senso sociale - identificazione nei modelli - organizzazione equilibrata dei rapporti.
Anche nellambito degli affetti, così come abbiamo visto per le emozioni, possiamo parlare di strutturazione attraverso una capacità funzionale e per mezzo dellesperienza.
Capacità funzionale Risposta affettiva STIMOLO + semiautomatica Esperienza modulata, dinamica creativa ed autotovalorativa
In questo semplice schema si può leggere: Capacità funzionale che non è predeterminata (come vedremo parlando della strutturazione dellIo), ma che si adatta ai bisogni e alle limitazioni razionali Esperienze che modificano le risposte tenendo in conto quanto immagazinato nella memoria. La tonalità affettiva , che rispecchia un processo psico-mentale in continuo divenire, dipende dallo sviluppo di capacità funzionali quali:
Questi comportamenti riguardano delle "qualità affettive" che denominiamo:
Da un altro punto di vista, il mondo degli affetti si propone come ponte tra corporeo e razionale, assumendo, quindi, il ruolo di un linguaggio che si traduce in:
Questa osservazione si riallaccia a quanto già visto, cioè la localizzazione di temporalizzazione verbale nel lobo prefrontale sinistro e delle immagini nel destro.
Sviluppo del linguaggio e cervello La funzione del linguaggio, inteso come rappresentazione simbolica della realtà insita nella comunicazione verbale, è una prerogativa delluomo e, come tale, corrisponde ad una specializzazione cerebrale che determina una asimmetria dellorgano corrispondente: il cervello. Il centro anteriore del linguaggio di Broca (1861) (una lesione in questa area determina la perdita della capacità di parlare anche se quella di comprendere il linguaggio parlato resta intatta = afasia motoria) ed il centro posteriore di Wernicke (1874) (associato soprattutto agli aspetti ideativi del linguaggio e che comprende le aree 39-40 di Brodmann) rappresentano appunto questa specializzazione e, anche se ancora non è stato possibile individuare cone questa risponda ad una citoarchitettonica specifica, si parla di ipertrofia delle aree associate con il linguaggio" (K.R.Popper e John C.Eccles,1981). La capacità funzionale di queste aree non è predeterminata, ma dipende dalla crescita del bisogno e/o dalluso, vale a dire che si adegua alle richieste, così le strutture devono essere tenute in funzione durante i primi anni di vita per consentire uno sviluppo compiuto delle potenzialità linguistiche. Si tratta, evidentemente, di una plasticità cerebrale, come releva Rita Levi Montalcini (1998) che inoltre sottolinea le ricerche di Sperry che hanno dimostrato come la differenza tra i due emisferi (specializzazione) non sia congenita, ma si attui durante i processi di maturazione cerebrale che, nelluomo, terminano attorno al primo decennio di vita (se la lesione delle aree del linguaggio dellemisfero sinistro si verifica nei primi due anni di vita, la funzione passa allemisfero destro e non si producono deficit).
Queste osservazioni sullaffettività come linguaggio ci portano al valore simbolico e comunicativo di un grande legame emotivo-affettivo tra madre e figlio che comunicano con suoni, più che con parole, con parole-metafore che rappresentano una "lingua comune" che è affettiva ed empatica (Laura Salomone Strocchi,1998). La pratica clinico-terapeutica con bambini autistici (Lucioni,1998) ci ha portato a dimostrare come non sia possibile uno sviluppo cognitivo senza che si sia strutturato anteriormente quello affettivo. Dice Damasio (1981) "Io suggerisco che certi aspetti del processo dellemozione e del sentimento sono indispensabili per la razionalità" e possiamo affermare che solo attraverso lo sviluppo del senso di sé, dellautostima e dellaccettazione della propria volontà e della propria libertà si sviluppano quelle espressioni motorie (motricità complessa e finalistica), volitive, comprensive e deduttive che si possono chiamare capacità di giudizio, razionalità o sviluppo cognitivo.
Siamo giunti alla "quadratura del cerchio", alla strutturazione di un modello di funzionalità della mente che si presenta non solo accettabile perché rispetta tutte le osservazioni cliniche e anatomo-funzionali, ma anche perché presenta una logica capacità di divenire, di crescere e di specializzarsi. Giunti alla fine della nostra "simbolica cavalcata" ci ri-troviamo con limmagine dalla quale abbiamo preso le mosse e ci ri-conosciamo nel fatidico auriga che ha condotto emozioni, affetti e speculazioni razionali al fine ultimo di una integrazione globale e olistica della mente. Freud ( .) non ha parlato solamente di conflitti e di desideri (consci ed inconsci), ma ha cominciato ad analizzare come gli individui si rapportino, si amino, si prendano cura degli altri. Langoscia, le paure, i desideri, gli impulsi, tutta lattività psichica è stata vista come facente parte di un sistema unico ed interattivo, capace di modulare le esperienze e di dare un senso ai comportamenti. Dalle sue scoperte sono sorti, in ambito psicologico, nuovi movimenti che studiano le relazioni, gli aspetti adattivi delle emozioni, dellempatia, della consapevolezza di sé, delle spinte ad autovalorizzarsi; ci siamo abituati a parlare della psicologia dellIo, degli approcci interpersonali, delle motivazioni intrapsichiche ed interpsichiche, delle relazioni oggettuali, eccetera. Pensatori come Heinz Hartmann, Silvan Thomkins, Heinz Kohut, Armida Aberasturi, Leòn Grinberg hanno ripreso gli studi di Sigmund Freud, Melanie Klein, Wilfred R.Bion ed hanno approfondito le conoscenze sui ruoli positivi e negativi, integratori e disarticolanti delle emozioni, degli istinti, delle sensazioni, dei sentimenti e delle passioni, parlando sempre più profondamente di relazioni, sentimenti, motivazioni, immagine di sé, narcisismo, individualità ed individualizzazione. Da tutto questo bagaglio psicoanalitico e psicodinamico possiamo estrapolare però un senso compiuto nella metafora dellIo. Questa funzione psichica che si va sviluppando con laiuto dellesperienza e che si pone, eterno Ulisse dominatore di tormente, nel ruolo centrale che la rende capace di armonizzare lemotivo ed il razionale, listintivo ed il deduttivo.
Abbiamo elaborato uno schema (Lucioni,1997)
che riassume con precisione tutto il nostro discorso esplicativo dei meccanismi della mente situati tra processi neurofisiologici e funzionalità psicodinamiche, ma ci dà anche un input ad analizzare qualcosa di quello che chiamiamo intelligenza.
Lintelligenza è quel processo psico-mentale che porta luomo a risolvere le problematiche esistenziali e della vita quotidiana e, secondo R.J.Stenberg ( ), gli specialisti accentuano in essa il carattere razionale, mentre la gente comune valorizza maggiormente un certo carattere sociale e relazionale (Lucioni,1996). Nella nostra ricerca, abbiamo evidenziato limportanza di un equilibrio tra tre diverse funzioni: emotività, affettività e razionalità. In questa ricomposizione olistica della mente ri-troviamo però delle caratteristiche che ci farebbero accettare la presenza di:
A nostro modo di vedere. Queste differenziazioni si possono accettare dal momento che, se riprendiamo Dante nel suo " ché non fa scienza senza lo ritener laver appreso", riconosciamo un conoscere ed un memorizzare sia che parliamo di emozioni, oppure di affetti e/o di ragionamenti.
Il riconoscere un vissuto anteriore per modificare comportamenti o reazioni posteriori è dunque sinonimo di intelligenza e, se questo è vero, sono vere anche i nostri tre modelli di intelligenza. Se lintelligenza emotiva ha una sua specifica struttura anatomo-funzionale nel lobo limbico, era sempre risultato difficile scindere lintelligenza affettiva da quella ragionativa, dal momento che entrambe hanno sicuramente una localizzazione anatomo-funzionale nella neo-corteccia e, sotto un certo profilo, potevamo sempre ricondurre lintelligenza affettiva ad un certo modello "specializzato" di quella razionale (vedi anche la discussione in Lucioni,1997). S.Brockert e G.Braun (1997) asseriscono che lintelligenza razionale e quella emotiva sono complementari e riportano la teoria di Haward Gardner secondo il quale si possono distinguere otto dimensione dellintelligenza:
In questo schema lintelligenza emotiva e/o affettiva si colloca nei punti 6 e 7 che riflettono rispettivamente processi intrapsichici ed interpsichici. Questi ultimi fanno parlare anche di una intelligenza sociale (social intelligence) che ha un alto valore etico, mentre invece lintelligenza emotiva (emotional intelligence) non significa affato essere disponibili e, soprattutto, predisporsi ad avere una vita del tutto regolata eticamente. Sono state le straordinarie osservazioni di Damasio (1981) a mettere le cose a posto: Elliot ci ha insegnato che lintelligenza affettiva si fa di creatività, di lungimiranza, di "apprendere dallesperienza", mentre lintelligenza razionale risulta come standardizzata, iperdeterminata e quasi ripetitiva (sembra di parlare dellatteggiamento tizioristico del "razionalismo") e, quindi, abbiamo potuto dare un significato specifico anche allintelligenza affettiva. Non vogliamo però dare limpressione di voler parlare di funzionalità a sé stanti, cioè di strutture psico-mentali autonome, proprio perché il nostro lavoro ha dimostrato lunicità della mente, che rispecchia lunicità dellIo e, in ultima analisi, lunicità di un soggetto fatto di corpo e anima, di biologico e psichico, di istintività e razionalità, ma pur sempre soggetto gloriosamente unico ed indivisibile. PAGINA 1
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