ISTITUTO SUPERIORE DI
SCIENZE UMANE APPLICATE


Emotività, affettività, intelligenza:
neurofisiologia e psicodinamica della mente.

Romeo Lucioni

PAGINA 1 :     REALIDAD
PAGINA 2 :     EMOTIVITÀ, AFFETTIVITÀ, INTELLIGENZA

PAGINA 3 :     SISTEMA LIMBICO

PAGINA 5 :     COMMENTO E CONCLUSIONI

STRUTTURA DELLA MENTE

Se prendiamo una esperienza erotico-sentimentale come paradigma per analizzare il funzionamento mentale, potremo dire che:

  1. l’incontro con l’oggetto mette in moto una risposta che, prima di tutto, è biologico-ormonale;
  2. l’esplosività biologico-sensitiva messa in atto dalla carica percettivo-ormonale (sovraccarico ormonale determinato dall’eccitazione stimolata dall’incontro) conduce all’esperienza libidico-sensoriale che nel suo acme è incontrollata, ma che nel suo svilupparsi dipende da sistemi controllati dalle predisposizioni e dall’esperienza;
  3. la partecipazione affettiva, messa in moto dalle emozioni, agisce su queste controllandole in più o in meno, e conduce anche ad un arricchimento psico-sensoriale che ha il suo acme nella "pianura del desiderio" che segue l’estasi e che permette anche riflessioni, conclusioni, apprezzamenti, propositi, programmi determinanti e determinati dalla
  4. partecipazione cognitivo-intellettiva che risulterà "caricata" da una esperienza elaborata insieme a tutte le altre precedentemente vissute e/o fantasticate, per strutturare un quid razionale che già ha partecipato a controllare l’esperienza attuale e parteciperà al controllo di tutte quelle future, vere o fantastiche che siano.

Seguendo le indicazioni dello schema sopra descritto, possiamo identificare tre modelli differenti di funzionamento mentale:

A

In questo caso, l’imponenza della risposta emotiva prevarica le possibilità contenitive degli altri due sistemi ed il soggetto resta in balia delle sue emozioni senza possibilità di controllarle.

B

L’affettività prevarica il sistema di controllo razionale e si lascia anche trasportare dall’imput emotivo che risulta accentuato perché poco contenuto.

C

La razionalità domina l’affettività e, di conseguenza, si osserva anche una relativa anestesia emotiva. La partecipazione ai vissuti risulta del tutto analizzata e controllata da tizioristiche affermazioni di verità e di superiorità, risultandone un comportamento freddo e distaccato (anche se, spesso, insicuro).

Il modello preso in esame si riferisce ad un "modello olistico della mente", considerata in "tutta la sua gloria", capace di autoregolarsi e creare, rispettando l’esperienza ed una capacità evolutiva intrinseca che riguarda sia i processi biologici, sia altri psico-mentali.

In un precedente lavoro (Lucioni,1997) abbiamo introdotto il concetto di psicomotilità riassunto nello schema

 

PSICOMOTILITA’

aspetto interiore ® VITALITA’

aspetto relazionale ® INIZIATIVA

aspetto trascendente ® CREATIVITA’

 

 

nel quale riconosciamo:

A = disposizione emotiva = emozioni 

allerta tensione,ansia, angoscia, 

sicurezza paura, terrore

gioia tristezza, melanconia

commozione impassibilità

 

B = tonalità affettiva = sentimenti

sensibilità indifferenza

serenità inquietudine

altruismo egoismo

tenerezza freddezza

perseveranza volubilità

arrendevolezza caparbietà

pazienza indifferenza

tolleranza rigorosità

comprensione inflessibilità

pietà cinismo

reattività aggressività

 

che, fondati nell’ordine dei valori rispecchiano:

 

Narcisismo - autoriconoscimento ("io sono io" = senso di essere)

secondario - autoidentificazione (differenziazione dall’Altro)

- autovalorizzazione ("senso di potere")

- "evaporazione della vergogna"(esprimere le prorpie potenzialità)

- progettualità espansiva del sé nel tempo e nello spazio.

 

Sviluppo del - valorizzazione dell’Altro

senso morale - rispetto dell’Altro

senso sociale - identificazione nei modelli

- organizzazione equilibrata dei rapporti.

 

Anche nell’ambito degli affetti, così come abbiamo visto per le emozioni, possiamo parlare di strutturazione attraverso una capacità funzionale e per mezzo dell’esperienza.

 

Capacità funzionale Risposta affettiva

STIMOLO + semiautomatica

Esperienza modulata, dinamica

creativa ed autotovalorativa

 

In questo semplice schema si può leggere:

Capacità funzionale – che non è predeterminata (come vedremo parlando

della strutturazione dell’Io), ma che si adatta ai bisogni e alle

limitazioni razionali

Esperienze – che modificano le risposte tenendo in conto quanto

immagazinato nella memoria.

La tonalità affettiva , che rispecchia un processo psico-mentale in continuo divenire, dipende dallo sviluppo di capacità funzionali quali:

  • captare il senso globale di una situazione
  • autocorreggersi
  • contenere le emozioni
  • aumentare l’interesse per quanto succede nell’attualità
  • " " " " successe nel passato
  • sviluppare strategie operative
  • decifrare il "clima" generale del "contesto"
  • cercare il contatto fisico
  • non frenare la creatività e la propositività
  • comprendere le cose semplicemente (empaticamente, senza intellettualismi)
  • provare piacere per le cose belle
  • mettere ordine consequenziale alle idee
  • valorizzare gli "aspetti cerimoniali"
  • sviluppare giudizi equilibrati
  • " l’introspezione
  • non rinunciare a esprimere le proprie opinioni, intuizioni, conclusioni
  • cercare di bloccare la sofferenza
  • diventare perseveranti oltre che pazienti (non avere fretta).

 

Questi comportamenti riguardano delle "qualità affettive" che denominiamo:

  1. autocoscienza: sinonimo si "senso di sé" e significa avere consapevolezza delle proprie capacità, possibilità e qualità;
     
  2. autovalorizzazione: coscienza obiettiva del proprio valore misurato con quello degli altri;
     
  3. empatia: etimologicamente significa "sentire insieme agli altri" ed è una qualità simile alla "simpatia", con, Però; direzione opposta, cioè diretta verso l’esterno;
     
  4. motivazione di sé: sviluppare la tenacia e la continuità, vale a dire essere sostenuti da una "volontà ferrea" dopo che si sono decisi obiettivi e strategie;
     
  5. autogestione: sapere controllare le proprie reazioni ed i sentimenti, in modo da pater puntare sugli "obiettivi";
     
  6. impegno: significa "porsi in" (nel mondo, nella società, in mezzo agli altri) non limitandosi ad osservare, ma proponendosi come co-attori e/o protagonisti.

 

Da un altro punto di vista, il mondo degli affetti si propone come ponte tra corporeo e razionale, assumendo, quindi, il ruolo di un linguaggio che si traduce in:

    • posture
    • gesti
    • parole
    • e le loro molteplici modulazioni.

Questa osservazione si riallaccia a quanto già visto, cioè la localizzazione di temporalizzazione verbale nel lobo prefrontale sinistro e delle immagini nel destro.

 

Sviluppo del linguaggio e cervello

La funzione del linguaggio, inteso come rappresentazione simbolica della realtà insita nella comunicazione verbale, è una prerogativa dell’uomo e, come tale, corrisponde ad una specializzazione cerebrale che determina una asimmetria dell’organo corrispondente: il cervello.

Il centro anteriore del linguaggio di Broca (1861) (una lesione in questa area determina la perdita della capacità di parlare anche se quella di comprendere il linguaggio parlato resta intatta = afasia motoria) ed il centro posteriore di Wernicke (1874) (associato soprattutto agli aspetti ideativi del linguaggio e che comprende le aree 39-40 di Brodmann) rappresentano appunto questa specializzazione e, anche se ancora non è stato possibile individuare cone questa risponda ad una citoarchitettonica specifica, si parla di ipertrofia delle aree associate con il linguaggio" (K.R.Popper e John C.Eccles,1981).

La capacità funzionale di queste aree non è predeterminata, ma dipende dalla crescita del bisogno e/o dall’uso, vale a dire che si adegua alle richieste, così le strutture devono essere tenute in funzione durante i primi anni di vita per consentire uno sviluppo compiuto delle potenzialità linguistiche. Si tratta, evidentemente, di una plasticità cerebrale, come releva Rita Levi Montalcini (1998) che inoltre sottolinea le ricerche di Sperry che hanno dimostrato come la differenza tra i due emisferi (specializzazione) non sia congenita, ma si attui durante i processi di maturazione cerebrale che, nell’uomo, terminano attorno al primo decennio di vita (se la lesione delle aree del linguaggio dell’emisfero sinistro si verifica nei primi due anni di vita, la funzione passa all’emisfero destro e non si producono deficit).

 

Queste osservazioni sull’affettività come linguaggio ci portano al valore simbolico e comunicativo di un grande legame emotivo-affettivo tra madre e figlio che comunicano con suoni, più che con parole, con parole-metafore che rappresentano una "lingua comune" che è affettiva ed empatica (Laura Salomone Strocchi,1998).

La pratica clinico-terapeutica con bambini autistici (Lucioni,1998) ci ha portato a dimostrare come non sia possibile uno sviluppo cognitivo senza che si sia strutturato anteriormente quello affettivo. Dice Damasio (1981) "Io suggerisco che certi aspetti del processo dell’emozione e del sentimento sono indispensabili per la razionalità" e possiamo affermare che solo attraverso lo sviluppo del senso di sé, dell’autostima e dell’accettazione della propria volontà e della propria libertà si sviluppano quelle espressioni motorie (motricità complessa e finalistica), volitive, comprensive e deduttive che si possono chiamare capacità di giudizio, razionalità o sviluppo cognitivo.

 

Siamo giunti alla "quadratura del cerchio", alla strutturazione di un modello di funzionalità della mente che si presenta non solo accettabile perché rispetta tutte le osservazioni cliniche e anatomo-funzionali, ma anche perché presenta una logica capacità di divenire, di crescere e di specializzarsi.

Giunti alla fine della nostra "simbolica cavalcata" ci ri-troviamo con l’immagine dalla quale abbiamo preso le mosse e ci ri-conosciamo nel fatidico auriga che ha condotto emozioni, affetti e speculazioni razionali al fine ultimo di una integrazione globale e olistica della mente.

Freud (….) non ha parlato solamente di conflitti e di desideri (consci ed inconsci), ma ha cominciato ad analizzare come gli individui si rapportino, si amino, si prendano cura degli altri. L’angoscia, le paure, i desideri, gli impulsi, tutta l’attività psichica è stata vista come facente parte di un sistema unico ed interattivo, capace di modulare le esperienze e di dare un senso ai comportamenti.

Dalle sue scoperte sono sorti, in ambito psicologico, nuovi movimenti che studiano le relazioni, gli aspetti adattivi delle emozioni, dell’empatia, della consapevolezza di sé, delle spinte ad autovalorizzarsi; ci siamo abituati a parlare della psicologia dell’Io, degli approcci interpersonali, delle motivazioni intrapsichiche ed interpsichiche, delle relazioni oggettuali, eccetera.

Pensatori come Heinz Hartmann, Silvan Thomkins, Heinz Kohut, Armida Aberasturi, Leòn Grinberg hanno ripreso gli studi di Sigmund Freud, Melanie Klein, Wilfred R.Bion ed hanno approfondito le conoscenze sui ruoli positivi e negativi, integratori e disarticolanti delle emozioni, degli istinti, delle sensazioni, dei sentimenti e delle passioni, parlando sempre più profondamente di relazioni, sentimenti, motivazioni, immagine di sé, narcisismo, individualità ed individualizzazione.

Da tutto questo bagaglio psicoanalitico e psicodinamico possiamo estrapolare però un senso compiuto nella metafora dell’Io.

Questa funzione psichica che si va sviluppando con l’aiuto dell’esperienza e che si pone, eterno Ulisse dominatore di tormente, nel ruolo centrale che la rende capace di armonizzare l’emotivo ed il razionale, l’istintivo ed il deduttivo.

 

Abbiamo elaborato uno schema (Lucioni,1997)

 

che riassume con precisione tutto il nostro discorso esplicativo dei meccanismi della mente situati tra processi neurofisiologici e funzionalità psicodinamiche, ma ci dà anche un input ad analizzare qualcosa di quello che chiamiamo intelligenza.

 

L’intelligenza è quel processo psico-mentale che porta l’uomo a risolvere le problematiche esistenziali e della vita quotidiana e, secondo R.J.Stenberg (…), gli specialisti accentuano in essa il carattere razionale, mentre la gente comune valorizza maggiormente un certo carattere sociale e relazionale (Lucioni,1996).

Nella nostra ricerca, abbiamo evidenziato l’importanza di un equilibrio tra tre diverse funzioni: emotività, affettività e razionalità.

In questa ricomposizione olistica della mente ri-troviamo però delle caratteristiche che ci farebbero accettare la presenza di:

    • un’intelligenza emotiva
    • un’intelligenza affettiva
    • un’intelligenza razionale.

A nostro modo di vedere. Queste differenziazioni si possono accettare dal momento che, se riprendiamo Dante nel suo "… ché non fa scienza senza lo ritener l’aver appreso", riconosciamo un conoscere ed un memorizzare sia che parliamo di emozioni, oppure di affetti e/o di ragionamenti.

 

Il riconoscere un vissuto anteriore per modificare comportamenti o reazioni posteriori è dunque sinonimo di intelligenza e, se questo è vero, sono vere anche i nostri tre modelli di intelligenza.

Se l’intelligenza emotiva ha una sua specifica struttura anatomo-funzionale nel lobo limbico, era sempre risultato difficile scindere l’intelligenza affettiva da quella ragionativa, dal momento che entrambe hanno sicuramente una localizzazione anatomo-funzionale nella neo-corteccia e, sotto un certo profilo, potevamo sempre ricondurre l’intelligenza affettiva ad un certo modello "specializzato" di quella razionale (vedi anche la discussione in Lucioni,1997).

S.Brockert e G.Braun (1997) asseriscono che l’intelligenza razionale e quella emotiva sono complementari e riportano la teoria di Haward Gardner secondo il quale si possono distinguere otto dimensione dell’intelligenza:

 

  1. intelligenza linguistica: saper parlare in modo comprensibile, preciso e convincente; con dovizia di spiegazioni, intercalando aneddoti;
     
  2. intelligenza musicale: ricordare gli spartiti, suonarli interpretandoli e saper comporre;
     
  3. intelligenza logico-matematica: saper interpretare i numeri in modo che sia facile il loro impiego in ogni bisogno e circostanza;
     
  4. intelligenza spaziale: destreggiarsi con i puzle e con le carte geografiche;
     
  5. intelligenza cinetico-estetica: sapersi muovere con agilità e con coordinazione nel danzare, praticare sport ed anche usando oggetti;
     
  6. intelligenza intrapersonale: saper leggere i propri sentimenti, le emozioni e la propria predisposizione all’empatia;
     
  7. intelligenza interpersonale: essere sensibili agli stati d’animo, alle motivazioni ed alle intenzioni degli altri leggendo il feed-back;
     
  8. intelligenza naturalistica: conoscere le piante e indicarle con il nome appropriato, provando gioia nell’accudirle.

In questo schema l’intelligenza emotiva e/o affettiva si colloca nei punti 6 e 7 che riflettono rispettivamente processi intrapsichici ed interpsichici. Questi ultimi fanno parlare anche di una intelligenza sociale (social intelligence) che ha un alto valore etico, mentre invece l’intelligenza emotiva (emotional intelligence) non significa affato essere disponibili e, soprattutto, predisporsi ad avere una vita del tutto regolata eticamente.

Sono state le straordinarie osservazioni di Damasio (1981) a mettere le cose a posto: Elliot ci ha insegnato che l’intelligenza affettiva si fa di creatività, di lungimiranza, di "apprendere dall’esperienza", mentre l’intelligenza razionale risulta come standardizzata, iperdeterminata e quasi ripetitiva (sembra di parlare dell’atteggiamento tizioristico del "razionalismo") e, quindi, abbiamo potuto dare un significato specifico anche all’intelligenza affettiva.

Non vogliamo però dare l’impressione di voler parlare di funzionalità a sé stanti, cioè di strutture psico-mentali autonome, proprio perché il nostro lavoro ha dimostrato l’unicità della mente, che rispecchia l’unicità dell’Io e, in ultima analisi, l’unicità di un soggetto fatto di corpo e anima, di biologico e psichico, di istintività e razionalità, ma pur sempre soggetto gloriosamente unico ed indivisibile.

Im Programm weiter

PAGINA 1 :     REALIDAD
PAGINA 2 :     EMOTIVITÀ, AFFETTIVITÀ, INTELLIGENZA

PAGINA 3 :     SISTEMA LIMBICO

PAGINA 5 :     COMMENTO E CONCLUSIONI

LINKS:

Torna alla HOME PAGE
Attività Terapeutico Assistenziali
Attività Divulgative

Ricerca e impegno sociale     
Alzheimer / Network di studio della malattia di Alzheimer
Autismo
A.C.E.I.  /  Association for Childhood Education International  /  Associazione Internazionale diEducazione  Infantile

Istituto Superiore di Scienze Umane Applicate
Lombardi nel mondo
Audioconferenze
Poetica
Glossario