Lorenzo Antognetti, nato a
Morro D'Alba, in provincia d’Ancona-Italia, il 18/07/1955.
Si è diplomato al liceo Artistico Paul Klee'' a Genova e ha conseguito il
diploma d’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti, presso
l'accademia Ligustica di Belle Arti a Genova.
Ha collaborato con artisti liguri d’alta professionalità tra cui Raimomdo
Sirotti, Aurelio Caminati , Mario Chianese e altri non solo liguri da cui ha
tratto insegnamenti preziosi. Ha approfondito le sue conoscenze artistiche
dei grandi Maestri del passato, studiando i loro lavori, e visitato molti
musei e gallerie italiane e straniere. Ha letto trattati e lettere
d’artisti; nel suo recente passato ha conosciuto un grande artista
contemporaneo veramente eclettico per la sua professionalità, e per le sue
conoscenze culturali e artistiche (W.Tode)
In questo periodo queste conoscenze e queste esperienze stanno portando
l'artista ad una maturazione artistica e aperta, con molto desiderio di
ricerca ed esperienze nuove
Se si vuol portare la comprensione dell’ opera di Lorenzo Antognetti oltre
la felice intuizione, il discorso si fa complesso e deve prendere le mosse
da molto lontano.
E’ stato Ernst Cassirer, “La filosofia delle forme simboliche “,1931, a
cogliere il nascere dell‘espressione artistica, per differenziazione dal
linguaggio mitico, ora distintamente ed ora unitamente all’affabulazione, al
rituale ed alla magia. Ma é stata 1’allieva di questi, Suzanne Langer,
“Sentimento e forma” 1963, a riesaminare il problema di forma e contenuto
nei termini empiricamente riscontrabili di “parvenze”, cioè di forme
comunicabili e di “peso emotivo “,cioè di esperienze rievocate
Ogni arte si avvale di parvenze diverse, ottenute dando forma a materie
distinte.
. L’arte, dunque, è una, ma il discorso per avere significato non può
prescindere dalle forme ed indirettamente dalla materia-colore.
Le arti plastiche sono quelle nelle quali prevale la dimensione spaziale.
Ciò non significa che il quadro non abbia pure una dimensione temporale, pur
se essa è lasciata in larga misura al recettore il quale passa dalla visione
dell’ insieme ai particolari, per poi risalire all‘ insieme.
Così io, per i dipinti non Nature Morte” di Lorenzo Antognetti, introduco il
concetto di “ spazio virtuale “ il fine di tutte le arti plastiche è di
articolare la forma visiva e di presentare tale forma - così immediatamente
espressiva del sentimento umano da sembrare carica del sentimento stesso -
come il solo oggetto della percezione, o almeno come l’ oggetto primario.
. Ciò significa che, per 1 ‘osservatore, 1’ opera di arte non deve essere
solo una forma nello spazio, ma un confermare lo spazio, tutto lo spazio che
gli è dato.
Lo spazio virtuale, essendo del tutto indipendente e non una area locale
dello spazio effettivo, è un sistema in sé conchiuso e totale. Sia esso a
due o a tre dimensioni, è continuo in tutte le sue direzioni possibili , ed
è infinitamente plastico. E dissertando della pittura “figurativa“ di
Antognetti, gli alberi, i bidoni di catrame, le nubi, gli orizzonti infiniti
della sua Maremma Etrusca, e i suoi volti e le sue figure lumeggiate da
misteriose sorgenti oblique, e i suoi “fiori“ non più fiori oggettivi,
opulenti e raffinatissimi, costituiscono tutti improvvise rivelazioni della
forma espressiva per una persona dotata di una sapientissima creatività
visiva.
Tutti possono essere rappresentati nella sfera virtuale di forme ad
intervalli puramente apparenti. Ma non è 1‘ esistenza effettiva dell‘
oggetto o delle cose raffigurate, più giusto evocate, che l‘ artista intende
meglio degli altri, nelle sue allusioni fantastiche e simboliche.
E’ la parvenza, di una apparente oggettività naturalistica , 1’ apparire di
esso, e il peso emotivo della sua forza, che l’artista ligure , trapiantato
ormai in quel di Tarquinia, percepisce , mentre altri si limitano a
“leggere“ le targhette del titolo, della sua effettiva natura , restando sul
piano della sua realtà effettiva.
Ecco dunque lo “ spazio virtuale” oggettivato, l’ oggettivazione dell’
essere di una natura contemplativa e romantica, analitica e pudica austera e
sognante, che si compiace, narcisisticamente, narrare evocare con le forme -
colore, precedenti eventi, coriandoli di vita di memoria, di un non vissuto
esistenziale che si carica, emotivamente, di precedenti esperienze visive.
Da quì la possibilità di un discorso semiologico.
Parlando del “peso emotivo“ dell’ Arte Figurativa preferisco l’ usare il
termine “evocazione” , anche perché tale termine dichiara un fatto che non
si deve mai dimenticare: che ‘ Arte non ricrea 1’emozione , ma si limita ad
essere simbolo di essa. L‘ introduzione dell‘ evocazione come
simbolizzazione emotiva, collega il discorso critico ad una dimensione più
vasta , che definirei antropologica.
La personalità dell‘ artista crea il messaggio pittorico, fornendo una
propria interpretazione della vita e del mondo in cui essa nasce.
Quest’ opera è soggettiva, poiché non si tratta di un semplice
“rispecchiamento “ della vita e delle cose esteriori , come hanno teorizzato
e favorito i critici marxisti, bensì anche “interpretazione” cioé apporto
critico anche se di una categoria del tutto distinta dalla critica
scientifica . Fra la pittura “ astratta “ e “ pittura figurativa vi sono
assai più forme di transizione che non fra musica e poesia , ma ciò non
incrina il giudizio di convenienza.
La contrapposizione è significante quando è a qualche cosa di accettato
Quando dico “ musica atonale “ dico anche” musica - post tonale”.
Una musica “seriale“ che fosse sorta autonomamente e non per
contrapposizione, avrebbe una rilevanza semiologica diversa. Una lettura
critica della ricerca artistica e del linguaggio “figurativo” di Lorenzo
Antognetti mi deve portare ad analizzare sia il versante antropologico ed
anche quello semiologico del suo contenuto simbolistico e formale.
Nel caso dei pittori fortemente innovatori come, per esempio, El Greco, può
nascere il pregiudizio di un vizio di forma analitica, per quegli artisti
con accentuati risvolti antropologici, come è nel caso di Antognetti .
L’ antropologia di Antognetti è antropologia del profondo.
Un inconscio ove non si trovano solo istinti, la cui espressione è stata
rimossa dalla coscienza, bensì e soprattutto la matrice della coscienza,
dalla quale prorompono germi di nuove possibilità di vita. Siamo quindi
lontani dai surrealisti, le midolla dei quali sono intrise di psicoanalisi
freudiana ed i cui sogni sono incubi ed ombre. Siamo, piuttosto, vicini alle
concezioni di Jung, per cui si deve procedere al di là dell’ inconscio
personale, verso 1 ‘inconscio collettivo, cioè le tracce che ritroviamo
nella mente di tutti gli uomini , create dal processo mentale dei nostri
antenati. Ogni esperienza artistica particolarmente eccezionale è tale in
quanto viene a riempire un inconscia traccia originaria
Lorenzo Antognetti ha, però, costruito i propri “ archetipi “ attraverso un
travaglio personale, cioè attraverso una serie di esperienze con pretese di
eccezionalità, e non attraverso un programma.
La ricerca di Lorenzo è stata un processo interiore, che ha trovato spesso
un filo conduttore nel “mito della classicità“, della grande tradizione
museale.
Qui vi ritroveremo quegli stimoli estetici e formali che hanno portato
l’artista a maturare delle scelte artistiche impregnate di un impressionante
“mestiere di antica bottega” che ce lo rivela “Maestro“, nel filone di
quell’ Arte Colta Museale da cui ha tratto nutrimento ed ideali.
Per certi versi mi riporta alla mente il fare di De Chirico, quello, per
intenderci, delle “Piazze d’ Italia“ , non certo quello “ barocco “ e
retorico e ampolloso degli ultimi decenni.
Nell ‘ artista ligure convivono, sapientemente miscelati, lo spirito
spaziale plastico di un Caravaggio, per i dinamismi intensamente drammatici
dei panneggi che hanno una poderosa valenza formale e, soprattutto, quelle
atmosfere intimistiche dei “fiamminghi”, con il loro magico occhio
naturalista e narrativo, i pittori delle Fiandre con la loro visione
analitica, sospesa tra oggettività immanente e metafisica simbolistica,
allusiva.
Ho parlato di “fiori e nature morte“ che sono solo una ombra del trascorso
oggettivato ed immanente, nella creatività di Antognetti; di fatto, queste
sue composizioni ‘floreali “non sono altro che un pretesto figurativo per
annotare e definire elementi grafico - pittorici permeati di luminescenze
interiorizzate che vivono, quasi, di una luce mistica riflessa. E’ la stessa
luce “teatrale di “scena” che fu la grande rivoluzione luministica -
plastica di un Caravaggio, uomo di “teatro “, lui stesso protagonista
principe di una tragica ed epica pagina di “diario” di un quotidiano vissuto
sinistramente.
La “luce”, energia che modella i corpi e delinea le forme microscopiche di
mute essenze timbriche e molecolari, informa di sé tutta 1‘ essenza ed il
contesto pittorico delle composizioni di Antognetti , che hanno la potenza
evocativa e descrittiva dei Maestri che hanno fatte grande 1‘Arte nei
secoli.
Il linguaggio dell’ artista ligure oscilla magicamente e subdolamente tra i
meandri di un ipotetico “classicismo“ e di un “accademismo“, che, di certo,
rappresentano gli antipodi dell’ autentica arte, ma che in lui, acquistano
un vigore sconosciuto e nuovo, per quella spazialità titanica ed assoluta,
che mi riporta alla mente i silenzi “parietali” di un Piero della Francesca,
e il fermento dinamico - plastico della spazialità di un Boccioni.
Già, pare una folle licenza, questa mia, se si guarda superficialmente alle
opere del nostro, ma se si comprende appieno il significato sotteso delle
componenti compositive e dinamiche di tutte le grandi composizioni
pittoriche, ed anche di certi paesaggi dai vasti squarci di orizzonti
infiniti madidi di silenzi attoniti , si comprenderà, quasi con sgomento e
stupore, che ci troviamo dinanzi ad una proposta innovativa di una “nuova
figurazione“, del tutto libera dai lacci evocativi di un passato remoto che
seppure fondamentale per la civiltà della cultura, oggi, non può essere
preso a modello e archetipo per le nostre istanze estetiche e artistiche.
In questo verte 1‘ originalità e la valenza della pittura di Lorenzo
Antognetti, artista nuovo.
Di fronte ad una società sempre più idolatra di quel nuovo vitello d‘ oro
che è 1‘ automa d‘ acciaio ed il consumismo e l‘ economia di mercato della
mondializzazione, non vi sono che tre vie: la fuga, il riparo nella
trascendenza e la ricostruzione dell‘ immanenza.
La risposta fondamentale di Antognetti è la terza, che è anche la più ardua,
quella di una ricostruzione dell‘ immanenza, che resti però aperta alla
trascendenza.
Risposta non scevra di pericoli, poiché può condurre all‘ ecclettismo.
Pericoli che possono essere elusi soltanto da quegli eventi eccezionali, che
io chiamo “illuminazioni“, il che è avvenuto in Antognetti, che ha elaborato
nel profondo della sua coscienza un più religioso approfondimento della
qualità della Natura e delle cose del Creato.
L‘Arte che parla di DIO, per l’uomo geme ; l’Arte che nomina 1‘ UOMO , per
Dio langue .
A questa illuminazione se ne affianca un ‘ altra prometeica., per cui, non
sono gli spiriti del cielo o dell‘ inferno che dominano la natura fisica, ma
l‘ anima e lo spirito che sono in lui , celati come il fuoco è celato nella
selce.
E’ soprattutto la conoscenza che integra l’ AMORE.
Il figlio Leonardo, archetipo dionisiaco che ci giunge dai languori
ellenistici, per Pitagora e per gli Gnostici, che è reinterpretato come
capacità di trasformare il mondo e non come pura contemplazione.
Così come l‘ albero del bene e del male a cui si rivolge Paul Valéry “...tu
puoi respingere 1 ‘infinito / che è l’effetto di tua crescenza , / e della
tomba sino al nido / sentirti la conoscenza ...“.
Il segno di un vero mito è il suo potere di apparire ai propri creatori come
verità letterale, anche di fronte alle più forti prove in contrario e a
sfida di qualsiasi argomento.
Il mito ha l‘ apparenza di una così sacrosanta verità, che chiedere in che
senso sia vero, o chiamarlo figura del linguaggio, e distruggere un mito
significa distruggere un’ idea nella sua fase primitiva, nei momento stesso
in cui balena nella mente di qualcuno.
Si tratta, quindi , di collocare forma e colori in guisa da costruire uno
“spazio virtuale” capace di evocare un ‘esperienza entro la quale si
aggiunga ad un linguaggio che sia, ad un tempo, pensiero, impresa perigliosa
in quanto è necessario eludere opposti scogli , che anche talenti non comuni
non hanno sempre saputo eludere.
Si pensi ad un Blake ,nella cui “opera“ il “pensiero“ è spesso troppo
scoperto, ed ad un Moreau, con i suoi non rari cedimenti alla sensuosità del
simbolo. L‘ astrazione ha acquistato una sua piena autonomia e la
figuratività viene rivisitat , come in Antognetti, che ha saputo esprimersi
ad alti livelli espressivi e formali tesaurizzando l‘ immagine fenomenica
come leit - motiv conduttore del suo sinfonismo pittorico, che privilegia le
atmosfere crepuscolari, interiorizzate di una solarità pervasa da una dolce
malinconia in cui la “nostalgia” si carica di una emotività esistenziale e
lirica.
Vi è certo nella musicalità delle forme e dei colori delle opere più
compiute di Lorenzo una tentazione di canto: il pericolo che l’ elemento
portante siano le forme ed i colori per se stessi e non come mezzo di
evocazione. Così nella musica lirica le parole vengono riassorbite dalla
musica. Ma, nella più parte dei casi, la musicalità si arresta ad un limite
che si potrebbe paragonare al “canto fermo “: la modulazione di forme e
colori gravita intorno all‘ evocazione di una natura fastosa nelle sue
cromie ove la dominante rossa determina la stessa tonalità “maggiore”dando
ad essa pienezza di vita.
Curriculum
•
Rifacimento completo dell’affresco di “S. Giorgio e il Drago” per l’omonimo
Palazzo (Genova) terminato nel 1989. Direzione dei lavori: Dott.ssa
Brambilla. Lavoro eseguito come collaborazione con il Prof. R. Sirotti.
Misure mq. 50.
• Collaborazione con la ditta “Tecno Chimica” di Savona per il restauro del
grande affresco centrale “Allegoria del commercio dei Liguri” di S. Isola
del salone del Maggior e Minor Consiglio di Palazzo Ducale, oltre al
recupero di affreschi e decorazioni all’interno e all’esterno del medesimo.
• Collaborazione con la Ditta “Studio Restauri” di Pisa per il restauro
dell’affresco di G. D. Fiasella “Storie di Ercole”, nella sede del Partito
Socialista (Piazza della Posta Vecchia, Genova).
• Per la Ditta “Eco Restauri” di Genova, decorazioni della facciata di
Palazzo Ducale.
• A Savona, per la Ditta “Studio Restauri” di Pisa, recupero degli affreschi
originali nella “Cappella Sistina” del Duomo di Savona.
• Per la Ditta “Studio Restauri” di Pisa, per la Sovrintendenza di Pisa, ha
collaborato ai seguenti restauri:
San Miniato (Pisa), Oratorio del S. S. Crocefisso di San Miniato; restauro
dell’intero ciclo (3000 mq ca.) della pittura parietali e della cupola opera
di Anton Domenico Barberini, secolo XVIII;
San Miniato (Pisa), Oratorio del S. S. Crocefisso di San Miniato; restauro
di un dipinto del XVI secolo;
Pulitura della statua marmorea attribuita al Ghiberti;
Restauro della tela S. Rocco per il Duomo di Lucca;
Per il Convento Francescano di Pisa, nella sala della musica: strappi
degli affreschi poi restaurati e rimessi in loco, oltre al restauro delle
decorazioni e affreschi non staccati. Direzione dei lavori Dott. Matteoni
della Sovrintendenza di Pisa;
• Nel 1991 ha collaborato con il pittore A. Caminati alla realizzazione dei
cartoni per gli affreschi medesimi per il Teatro Carlo Felice (Genova).
Misure mq. 72.
• Presso abitazione privata, restauro degli affreschi dei saloni, attribuiti
al Carrega. Centro storico di Porto Maurizio, Imperia.
• Rifacimento completo di 750 mq di decorazioni, fine 800, di Palazzo
Manuel. Porto Maurizio, Imperia.
• Ha recentemente tenuto seminari sull’affresco e il restauro, per il
“Centro di restauro artistico e monumentale” con sede a Palazzo Ducale
(Genova), con altri professionisti tra cui Lele Luzzati e R. Sirotti.
• Ha fatto parte della commissione cimiteriale ed edilizia per il Comune di
Genova.
• Ha insegnato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo.
• Ha tenuto corsi di “Trompe l’oeil”.
• Ha insegnato pittura presso il Centro “Luigi Capotorti” di Tarquinia (VT).
• Insegna pittura presso l’Associazione Culturale “La Lestra” a Palazzo
Bruschi di Tarquinia (VT).
Vincitore di numerosi premi di pittura, tra cui:
• 1° premio (concorso nazionale, 1993) per l’esecuzione di un’opera d’arte
per il Comune di Taggia, tema “la storia della valle argentina”. Misure m.
4,35 x 3,50; tecniche: affresco, doratura, intarso ligneo e scultura;
• 1° premio (concorso nazionale, Roma, 1994) per un’opera pittorica per il
Ministero dei Lavori Pubblici, Provveditorato Regionale per le Opere
Pubbliche per il Lazio;
• Premio acquisto (concorso nazionale, Foggia 1995), 27a edizione premio
Arpi Club degli Artisti;
• 1° premio (concorso nazionale, Lecce, 1996), per un’opera pittorica
pittorica per il Ministero dei Lavori Pubblici, Provveditorato Regionale per
le Opere Pubbliche per la Puglia. 2 tele, misure m. 3 x 1;
• 1° premio (concorso nazionale, Lecce, 1996), per un’opera pittorica
pittorica per il Ministero dei Lavori Pubblici, Provveditorato Regionale per
le Opere Pubbliche per la Puglia. 1 tela, misure m. 1 x 1.
Mostre e Manifestazioni
1979 Centro Culturale “La Scaletta”. Genova.
1984 Per il Consorzio Portuale di Genova: “Arte Pittura Contemporanea”.
Genova.
1985 Le Prigioni “Centro d’Arte”. Genova.
1986 Comune di Chiusi della Verna: “Premio Verna”. Arezzo. Regione Toscana.
1986 Anniversario della fondazione Compagnia Unica fra i lavoratori delle
merci del porto di Genova. Genova.
1986/87 Premio Teglia. Genova.
1984 Nella Antica “Porta Spartana” di Genova: “Mostra sulle tendenze
Artistiche in Liguria”. Genova.
1987/88/89 Centro Culturale “Il Melograno”. Genova.
1987/88 1° Premio “Centro Storico”. Genova.
1987/88 Galleria Giordano. Genova.
1988 Centro d’Arte “La Maddalena”. Genova.
1989 Associazione Turismo e Spettacolo di Genova: “Centro Storico di
Genova”; 1° premio.
1990 Comune di Genova, “Centro Civico di Sampierdarena”: “Rassegna
dell’Incisione Ligure Contemporanea”. Genova.
1990 Associazione “Pegli Flora”: “Artigianato E”. Genova: Antico, Nuovo,
“filosofia di Vita?”. Hotel Mediterraneè.
1991/95 Centro polivalente di Enzo Biagio.
1992 Mostra presso la Banca d’America e d’Italia. Genova.
1992 Chiesa di S. Lorenzo. Dolcedo. Imperia.
1993 Centro Culturale “La Promotrice”: Palazzo Ducale. Genova.
1993 “Per i vicoli di Bussana”, Bussana Vecchia, Sanremo.
1994 Comune di S. Lorenzo al Mare: “Artisti italiani e stranieri
contemporanei”. S. Lorenzo al Mare. Imperia.
1994 Teatro del Duomo. Sanremo.
1994 Sala del Comune di Napoli: “Mostra Nazionale di beneficenza per aiuto
ai rifugiati della Ex Jugoslavia”. Napoli.
1995 Valloria: “Manifestazione Internazionale di Artisti”. Tema: “Porte
dipinte”. Valloria, Imperia.
1995 Lyons Club, “Colori e Paesaggi della Costa Italo-Francese”, Sala
Siccardi. Albenga, Savona.
1995 Comune di Dolcedo: Sale del Comune e Chiesa di S. Lorenzo: Artisti
italiani e stranieri, “L’atelier dell’Artista. Dolcedo, Imperia.
1995 “Terza Manifestazione Internazionale di Pittura Contemporanea”, Hotel
Des Etrangens. Sanremo, Imperia.
1996 Collettiva nel Centro Storico di Tarquinia. Tarquinia, Viterbo.
1998 Personale. Centro “Sala Luigi Capotorti”. Tarquinia, Viterbo.
1999 Personale. Associazione Culturale “La Lestra”. Palazzo Bruschi.
Tarquinia, Viterbo.
1999 Personale. Associazione Culturale “Il Salto”. Canale Monterano, Roma.
1999 Collettiva. Lido di Tarquinia. Tarquinia, Viterbo.
2000 Personale. Sala degli Almadiani. Comune di Viterbo, Assessorato alla
Cultura. Viterbo.
2000 Margutta a Tarquinia. Comune di Tarquinia, Assessorato alla Cultura e
Spettacolo. Tarquinia, Viterbo.
2000/01 Personale. Palazzo Bruschi. Comune di Tarquinia, Assessorato alla
Cultura e Spettacolo. Tarquinia, Viterbo.
2000 25 ott./4 nov. Festival Internazionale dell’Arte. Caschi Bianchi
Europa. Lang Kawi, Malesia.
2000 27-31 ott. Via Margutta. Associazione Cento Pittori Via Margutta con
patrocinio del Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio.
2000 Piazza Mignonelli. Associazione Cento Pittori Via Margutta con
patrocinio del Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio.
2001 Il Salotto dell’Arte proposti per il terzo millenio. Comune di Fiorano
Modenese, Assessorato alla Cultura. Fiorano Modenese, Modena.
2001/02 personale a Palazzo Bruschi. Comune di Tarquinia, Assessorato alla
Cultura e allo Spettacolo.Tarquinia (VT)
2002 Galleria “Giotto & Company”, “Informale e figurativo”. Vigevano
2002 Galleria “Tropico del Cancro” , gruppo “Valori Plastici”. Bari
2002 Comune di Brindisi, Assessorato alla Cultura. “i Volti della Cultura”,
pittura, scultura.Rassegna dell’arte contemporanea.Casa del Turistaa, corso
Regina Margherita, Brindisi.
2002 S.Vito dei Normanni. Mostra di Lorenzo Antognetti “Pittura e Natura”.
Chiostro Convento S.Domenico. Associazione Tropico del Cancro.
2002/03 “la Pittura e l’Immagine nella Tendenza Contemporanea” Chiostro
S.Francesco, Ostuni (BR)
2003 Novembre “Pittura-Art-Emisia” presso l’Antica Rocca - Porto di
Civitavecchia
Lorenzo Antognetti
Via T. Tasso 4
60044 Fabriano ( AN)
Italia
Tel. 0732 770409
lorenzo.antognetti@gmail.com
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