Per oltre 5000 anni il territorio andino è stato abitato da popoli che hanno
ininterrottamente costruito centri cerimoniali immensi e longevi. Anche
quando le caratteristiche della loro società hanno infine prodotto le città,
le aree destinate agli spazi sacri hanno sempre mantenuto una posizione
d’eccezione, sia per importanza, che per centralità. Perché lo spazio sacro
nell’architettura andina è così importante? Cosa ha spinto queste culture a
mantenere un legame indistruttibile con gli elementi della natura? Cosa ha
consentito la sopravvivenza di questo modo di costruire e di osservare il
mondo tra le popolazioni indigene contemporanee? Come si è trasformato
questo pensiero? Come appare oggi? A partire dallo studio del patrimonio
architettonico cerimoniale antico e indagando quello contemporaneo è
possibile rispondere a queste domande, riscattare la memoria materiale e
difendere l’evoluzione di quella immateriale dei popoli indigeni
contemporanei. Conoscerne i caratteri significa innanzitutto restituire un
passato a chi altrimenti è destinato a non avere un futuro. Questo immenso
patrimonio comprende soluzioni realistiche e innovative per estendere la
rete diversificata di un paesaggio che appartiene a tutti, ma appare sempre
più minacciato nella biosfera ed etnosfera su un pianeta ogni giorno un po’
più piccolo.
Adine Gavazzi,
architetto e antropologa italiana e svizzera, studia l’architettura
cerimoniale andina dal 1986. Dopo uno studio sugli insediamenti inca e sulla
pianificazione urbanistica a Ollantaytambo, in Perù, la sua ricerca si è
focalizzata sugli spazi sacri, sui centri cerimoniali e sulle capitali
teocratiche. Lavora a Cahuachi, Nasca dal 1996 e più recentemente a
Tiahuanaco (Bolivia) e Ventarròn (Perù), dove ha sequenziato fasi
costruttive, definito una metodologia di campo e strutturato una base
teorica disciplinare. Ricerca anche la tipologia architettonica delle
malocas amazzoniche e l’occupazione territoriale delle società
cosmocentriche di costa, sierra e selva in epoca arcaica. È ricercatrice al
“Centro Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane” di Brescia e Nasca,
membro del gruppo di ricerca della cattedra Unesco dell’Università di
Bergamo e affiliata all’organizzazione “Architetti senza Frontiere”
Il prossimo appuntamento del ciclo
"Creatività & Culture"
presso l’Istituto Svizzero, sede di Milano:
giovedì 10 dicembre 2009, ore 18.00
"Il potere della parodia e
della risata in una danza indigena australiana"
conferenza di Franca Tamisari, Università Ca' Foscari di Venezia
Informazioni:
Istituto Svizzero di Roma, sede di Milano: T. 0348 32 78 107 /
milano@istitutosvizzero.it
www.istitutosvizzero.it
Museo delle Culture, attività di alta formazione : T. +41-58-866 72 13 /
adriana.mazza@lugano.ch
www.mcl.lugano.ch
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