Klee - Melotti: ragioni di una mostra
Marco Franciolli, Direttore del Museo d’Arte, Lugano
Die Ausstellung
La città di Lugano, tradizionale crocevia fra Svizzera e Italia e luogo
d’incontro ideale fra Paul Klee (1879–1940), uno dei massimi protagonisti
della ricerca visiva del ventesimo secolo e Fausto Melotti (1901–1986),
figura fondamentale della scena italiana.
La mostra rientra in una linea espositiva volta a porre in dialogo artisti
che attraverso un inconfondibile percorso creativo, come in questo caso,
hanno inciso significativamente sugli sviluppi della storia dell’arte del
XX secolo.
L’esposizione propone un dialogo puntuale tra le opere dei due artisti
evidenziando sorprendenti corrispondenze e affinità. La vibrante
dimensione poetica che li accomuna viene espressa con grande suggestione,
grazie agli accostamenti nelle sale espositive.
Con circa centocinquanta opere provenienti da importanti istituzioni
internazionali e prestigiose collezioni private, la mostra mette in
relazione oltre settanta opere, fra dipinti, acquerelli e disegni di Klee
con ottanta sculture di Melotti. Il percorso si articola in un susseguirsi
di ‘capitoli tematici’ che sottolineano i diversi aspetti in cui la
relazione prende forma: muovendo dagli anni di formazione, attraverso
l’astrazione geometrica, ci si sofferma sul ruolo della musica, quello del
segno, lo spazio dell’opera, la dimensione teatrale, il mondo naturale, la
dimensione urbana, la parola e infine gli animali. Un ruolo chiave
nell’ambito del percorso è rivestito dalla musica, per la quale entrambi
gli artisti nutrirono un profondo interesse. Paul Klee oltre che pittore
fu violinista; Fausto Melotti, prima di intraprendere gli studi di
scultura, conseguì un diploma in pianoforte. Anche quando nelle opere si
rintracciano soggetti riconoscibili, come paesaggi o scorci urbani, esse
si configurano secondo scansioni e cadenze riconducibili ad armonie
musicali. La musica non rappresenta dunque un semplice tema di esercizio
pittorico o plastico ma diviene, per Klee e Melotti, forma di pensiero e
di percezione della realtà.
La realizzazione di questa mostra si deve alla generosità nell’accordare i
prestiti delle opere da parte di diverse istituzioni svizzere e
internazionali e di collezionisti privati. In particolare Marta Melotti,
figlia dell’artista e direttrice dell’Archivio Fausto Melotti, ha accolto
il progetto con entusiasmo e rara disponibilità. A Lei il mio più sincero
ringraziamento. Tra le istituzioni, il Zentrum Paul Klee di Berna, nella
persona del Dr. Michael Baumgartner, responsabile delle collezioni, ha
rappresentato un sostegno fondamentale alla mostra. Un contributo
essenziale è venuto anche da Alexander Klee, nipote dell’artista, che ha
generosamente messo a disposizione opere della propria collezione. A loro
desidero esprimere viva gratitudine. Una menzione merita infine la
Fondazione Mazzotta di Milano che ha collaborato con i curatori
all’identificazione delle collezioni di Klee in Italia. Sono grato agli
autori dei saggi in catalogo che, con i loro testi critici, hanno saputo
mettere in luce affinità e differenze tra Klee e Melotti, restituendo la
complessità di tale relazione.
Un ringraziamento inoltre a Mariano Boggia per aver, nell’ideazione
dell’allestimento, dato prova di grande sensibilità nel conciliare gli
spazi del museo alle opere dei due artisti. Ringrazio i curatori
dell’esposizione Bettina Della Casa e Guido Comis per il grandissimo
impegno e la forte passione con cui hanno affrontato il progetto. Infine
ringrazio Maria Pasini per la professionalità con cui ha coordinato gli
aspetti organizzativi della mostra, e tutti i collaboratori del Museo che
hanno, in modi diversi, partecipato alla realizzazione dell’esposizione.
Il percorso espositivo
Se inizialmente Klee si muove nel solco della tradizione figurativa
centroeuropea, con richiami al simbolismo e allo Jugendstil, e Melotti fa
proprie le istanze del ritorno all’ordine e suggestioni metafisiche, col
progredire degli anni le differenze fra i due si stemperano in virtù di
una comune sensibilità. Il percorso espositivo si articola in una
successione di capitoli che mettono in luce i diversi temi del dialogo a
distanza fra i due artisti: muovendo dagli anni di formazione (Origini ),
attraverso l’astrazione geometrica (Astrazioni e geometrie), la mostra si
sofferma sul ruolo della musica (Ritmi musicali ), quello del segno (La
figura si fa linea), lo spazio dell’opera (Stanze e partiture), la
dimensione teatrale (In scena), il mondo naturale (Secondo natura ), la
dimensione urbana (Ritmi come paesaggi), la parola (Alfabeti ) e gli
animali (Zoologia fantastica).
Musica e parola
Entrambi gli artisti nutrirono per la musica un profondo interesse che
trova espressione anche nella loro produzione figurativa. Paul Klee, oltre
che pittore, fu infatti violinista; mentre Fausto Melotti conseguì un
diploma in pianoforte ancor prima di intraprendere gli studi di scultura.
Anche quando le opere dei due artisti presentano soggetti riconoscibili,
come paesaggi o scorci urbani, esse sono governate da scansioni e cadenze
di origine musicale. La musica non rappresenta dunque
un semplice tema di esercizio pittorico o plastico. I ritmi musicali, le
geometrie che governano le composizioni melodiche divengono per Klee e
Melotti forme di pensiero e di percezione della realtà. Fra i temi in
mostra particolare rilievo assume anche la parola scritta. Lettere e
simboli ricorrono infatti nelle opere di Klee e Melotti che furono autori
di scritti teorici, aforismi e poesie: entrambi nutrirono una grande
passione per questo mezzo espressivo, che accompagna incessantemente la
loro ricerca visiva.
Catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da
Kehrer Verlag (Heidelberg) con immagini a colori di tutte le opere in
mostra, e contributi critici dei curatori: Guido Comis e Bettina Della
Casa; di storici dell’arte: Lara Conte, Fabrizio D’Amico, Michele Dantini,
Kurt Forster, Nina Gülicher, Paolo Repetto; di due artisti contemporanei:
Giulio Paolini e Francesco Barocco. Gli apparati scientifici sono a cura
di Lara Conte.
La mostra Klee - Melotti prosegue il percorso segnato da importanti
momenti espositivi che hanno evidenziato la sinergia fra i due istituti –
Museo d’Arte e Museo Cantonale d’Arte di Lugano – e le loro collezioni in
vista dell’apertura del LAC, quali Enigma Helvetia, Nippon, Una finestra
sul mondo.
Nel 2013 questo percorso continuerà con la mostra:
Miti e misteri. Il simbolismo e gli artisti svizzeri
Vom 17. März bis
zum 30. Juni 2013 zeigt das Museo d’Arte di Lugano die Ausstellung
Klee - Melotti
einen imaginären Dialog zwischen dem deutschschweizer Maler Paul Klee,
einem Protagonisten der Kunst des 20. Jahrhunderts, und dem italienischen
Bildhauer Fausto Melotti, einer Schlüsselfigur der italienischen Szene des
20. Jahrhunderts.
Die Ausstellung ist ein weiterer Meilenstein auf dem Weg zum neuen Luganer
Kulturzentrum LAC
(Lugano Arte e Cultura). Das Kunstmuseum im LAC, dessen Eröffnung für das
Jahr 2014 geplant ist, entsteht aus dem Zusammenschluss des Museo d’Arte
di Lugano und des Museo Cantonale d’Arte di Lugano, die schon heute unter
einer gemeinsamen Leitung arbeiten.
Mit mehr als siebzig Gemälden, Aquarellen und Zeichnungen von Klee
(1879–1940) und achtzig Skulpturen und Zeichnungen von Melotti (1901–1986)
ermöglicht die Ausstellung einen spannenden neuen Blick auf beide
Künstler. Die Arbeiten sind Leihgaben renommierter internationaler
Institutionen und Privatsammlungen. Die zwischen den Werken Klees und
Melottis hergestellten Berührungspunkte lassen den Betrachter in einen
intensiven imaginären Dialog der beiden Künstler eintauchen. Gerade in
Lugano, der kulturellen Schnittstelle zwischen der Schweiz und Italien,
zwischen Nord- und Südeuropa, hat dieser Dialog nicht nur eine
kunsthistorische, sondern auch eine symbolische Dimension. Er steht für
die inhaltliche Programmatik des neuen Kunstmuseums im LAC.
Klees Gemälde sind von Rhythmen und immer wieder wechselnden Geometrien
geregelt, zarte und künstlerische Themen, die das komplexe Werden der
Natur in Kompositionen scheinbarer Unmittelbarkeit darstellen. Analog dazu
verflechtet Melotti Metalldrähte zu luftigen Strukturen, die musikalischen
Kadenzen gehorchen, mathematischen Proportionen ent- und gleichzeitig
widersprechen, er zeichnet elementare Figuren von Menschen und Tieren und
evoziert eine mythische Dimension.
Die Ausstellung
Wenn Klee sich zunächst innerhalb
der gegenständlichen Tradition Mitteleuropas mit Verweisen auf Symbolismus
und Jugendstil bewegt, und sich Melotti die Ausdrucksformen einer Rückkehr
zu metaphysischer Ordnung und ihren Ideen zu eigen macht, wandeln sich mit
den Jahren die Unterschiede zu einer gemeinsamen Sensibilität. Die
Ausstellung zeigt in einer Abfolge von Kapiteln die unterschiedlichen
Themen dieses imaginären Dialogs zwischen den beiden Künstlern: Sie bewegt
sich von den Jahren der Ausbildung (Ursprünge) und der geometrischen
Abstraktion (Abstraktionen und Geometrien), über die Rolle der Musik
(musikalische Rhythmen), der Zeichen (die Abbildung wird zur Linie), dem
Raum der Oper (Räume und Partituren), der theatralischen Dimension
(Bühne), der Welt der Natur (nach der Natur), der urbanen Dimension
(Rhythmen als Landschaften) und des Worts (Alphabete) bis zu Tieren
(fantastische Zoologie).
Musik und Wort
Beide Künstler verband ein tiefes
Interesse an der Musik, das sich auch in ihrer figurativen Arbeit
spiegelt. Paul Klee war nicht nur Maler, er war auch Violinist, und Fausto
Melotti studierte Klavier, bevor er mit der Bildhauerei begann. Selbst da,
wo die Werke der beiden Künstler sich Themen wie Landschaften oder
Stadtansichten zuwenden, liegen ihnen oft Rhythmen und Kadenzen
musikalischen Ursprungs zugrunde. Die Musik ist nicht einfach Thema ihrer
malerischen oder plastischen Arbeit. Die musikalischen Rhythmen, die
Geometrie, die die melodischen Kompositionen bestimmen, werden für Klee
und Melotti zu Formen des Denkens und der Wahrnehmung. Unter den Themen
der Ausstellung hat auch das geschriebene Wort eine besondere Bedeutung.
Buchstaben und Symbole treten immer wieder in den Werken auf. Sowohl Klee
als auch Melotti waren Autoren theoretischer Schriften, von Aphorismen und
Gedichten. Beide verband eine grosse Leidenschaft für dieses
Ausdrucksmittel, das auch ihre visuelle Suche ständig begleitete.
Katalog
Der Katalog zur Ausstellung
erscheint auf Italienisch und Englisch im Kehrer Verlag, Heidelberg. Er
enthält Farbabbildungen aller gezeigten Werke sowie kritische Beiträge der
Kuratoren Guido Comis und Bettina Della Casa, der Kunsthistoriker Lara
Conte, Fabrizio D’Amico, Michele Dantini, Kurt Forster, Nina Gülicher und
Paolo Repetto sowie der beiden zeitgenössischen Künstler Giulio Paolini
und Francesco Barocco. Der wissenschaftliche Anhang wurde von Lara Conte
betreut.
Agenda: Herbst 2013
„Mythen und Mysterien. Der Symbolismus und
die Künstler der Schweiz".
Museo d’Arte und Museo Cantonale d’Arte
15.09.2013–12.01.2014
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