Il
nuovo centro culturale LAC intraprende il suo viaggio. Dopo il primo atto
dello scorso 8 maggio, con la posa della prima pietra della sede
espositiva – in una grande festa di piazza che ha coinvolto l’intera città
- si inaugura ora la prima stagione espositiva del nuovo marchio.
Naturalmente la nuova sede di fianco al vecchio Hotel Palace non c’è
ancora: il termine dei lavori è previsto per inizio 2013. Tuttavia quella
che già c’è, e si vede, è l’impronta del rinnovato spirito espositivo
luganese: con iniziative che non nasceranno isolate, o addirittura in
conflitto tra loro, ma prevederanno ogni volta integrazioni delle diverse
attività, in nome di una cultura moderna, pervasiva, capace di lasciare un
segno nel tessuto della città. Un nuovo spirito unitario, che prosegue il
suo cammino dopo la fondamentale tappa dello scorso 31 maggio, quando fu
firmato l’accordo di collaborazione tra il Museo Cantonale d’Arte e il
Museo d’Arte, proprio in vista di un progetto culturale condiviso.
La
prima iniziativa all’insegna di questo mutato atteggiamento esordisce il
23 ottobre prossimo con la grande rassegna Nippon – Tra mito e realtà:
arte e cultura dal Paese del Sol levante. Un’iniziativa che documenta
secoli di cultura artistica e sociale, abbracciando tanto la tradizione
quanto la stretta contemporaneità, per mettere a fuoco gli elementi
ricorrenti nell’evoluzione della straordinaria civiltà giapponese. E il
percorso cronologico riunirà sotto il segno del Sol Levante l’intera
città, con l’utilizzo delle diverse sedi espositive, legate fra di loro
dal progetto comune del LAC. A partire da Villa Malpensata, Nippon
si dispiega infatti lungo il lago verso il Museo Cantonale d’Arte, Villa
Ciani con il suo parco, il Palazzo dei Congressi e Il Ciani, per
concludersi al Museo delle Culture. Attraversando la città il visitatore
di Nippon scopre la ricchezza e la densità dei luoghi che Lugano
dedica alla promozione della cultura.
Ma
non si tratterà soltanto di esposizioni: sono infatti previste iniziative
a sorpresa che tramuteranno per qualche tempo i luoghi principali della
città di Lugano, trasformandola in qualche occasione in una piccola Tokyo
sul lago. E non mancheranno manifestazioni, incontri e spettacoli teatrali
come ulteriori approfondimenti.
Araki
Love and Death
Museo
d’Arte, Villa Malpensata, 23 ottobre 2010 - 20 febbraio 2011
Nobuyoshi Araki è uno degli artisti fotografi più noti e celebrati al
mondo che ha al suo attivo più di quattrocento pubblicazioni. Nonostante
la fama internazionale dell’artista, la mostra di Lugano è una delle poche
retrospettive europee a lui finora dedicate.
La
fotografia di Nobuyoshi Araki esprime e riattualizza molti dei temi che
più strettamente si legano alla cultura giapponese. L’esposizione
documenta l’opera dell’artista nelle sue diverse declinazioni: oltre alle
celebri serie autobiografiche, come ad esempio Sentimental Journey/
Winter Journey che narra la relazione fra Araki e la moglie Yoko dal
giorno del loro matrimonio fino alla malattia e prematura scomparsa di lei
nel 1990, sono documentati i paesaggi urbani, le evocative immagini di
fiori e di cibo, le poetiche serie dedicate al cielo e naturalmente le
serie di nudi femminili e bondage cui, più che a ogni altro soggetto, si
lega la fama dell’artista.
Da
questo essenziale elenco emerge fino a che punto l’opera di Araki esprima
la cultura giapponese, nell’esaltazione del mutare delle stagioni, della
bellezza caduca dei fiori e della sensualità femminile. Le fotografie
dell’artista non si limitano a una semplice registrazione di questi
soggetti, ma rendono evidente e quasi tangibile anche agli occhi di un
occidentale il carattere conturbante che essi assumono nella cultura
nipponica.
La
mostra riflette l’urgenza dell’artista di catturare il continuo mutare
della realtà attraverso una documentazione fotografica serrata: accanto a
quasi duemila scatti di medio o grande formato, sono presentate in una
fittissima disposizione a mosaico tremila delle polaroid scattate
dall’artista nel corso degli anni. Il visitatore viene dunque investito, e
disorientato, da un impatto visivo generato non solo dai singoli scatti ma
dall’insieme delle immagini. A rendere unica la mostra di Lugano è infine
la presentazione degli ultimissimi lavori di Araki fra cui le serie
dedicate all’adorata gatta Chiro e, in anteprima mondiale, una serie di
fotografie di grande formato sulle quali l’artista interviene con segni
calligrafici, rendendole uniche.
GUTAI
Dipingere con il tempo e lo spazio
Museo
Cantonale d’Arte, 23 ottobre 2010 - 20 febbraio 2011
Se
l’opera di Nobuyoshi Araki invita a osservare il mondo attraverso lo
sguardo di un artista giapponese e a coglierne la carica sensuale, le
opere del gruppo Gutai permettono di cogliere il significato di concetti
quali quello di materia o dell’atto creativo e quale sia il
rapporto fra artista e natura nell’isola del Sol Levante.
Il
gruppo Gutai si costituisce nel 1954 a Ashiya, presso Osaka, su iniziativa
del pittore Jiro Yoshihara insieme ai giovani artisti Shozo
Shimamoto,
Chiyu Uemae e Tsuruko Yamazaki. Gutai, che negli anni vedrà accrescere il
numero dei suoi membri, sarà attivo fino al 1972, data della morte del
venerato fondatore Jiro Yoshihara. L’attività del gruppo è caratterizzata
da happening, installazioni all’aperto (da qui la denominazione
"avanguardia sotto il cielo"), mostre di un giorno, action painting
e performance di carattere teatrale.
La mostra al Museo Cantonale
d’Arte intende focalizzare l’attenzione sul primo e secondo periodo Gutai
(1954-1960 e 1961-1964 ca.), le fasi più intense e significative nella
ricerca di nuovi linguaggi. L’intento è quello di approfondire la portata
e l’eredità del gruppo a quasi quarant’anni dal suo scioglimento. Alla
luce del crescente interesse (Biennale di Venezia 2009), la mostra si
focalizza non solo sulla pittura gestuale Gutai, ma specialmente sugli
esordi caratterizzati da performance e installazioni.
Le opere esposte all’interno del museo permettono di apprezzare dal vivo
lavori, abitualmente conservati in istituzioni nipponiche, di figure ormai
leggendarie e di cogliere le peculiarità dell’arte astratta nel Paese del
Sol Levante, mentre le installazioni all’aperto sono oggetto di
un’autonoma sezione allestita nel Parco di Villa Ciani.
Coerentemente con la cultura giapponese, l’opera degli artisti
appartenenti a Gutai non si serve dei materiali dell’arte per esprimere
individualità artistiche, come avviene nella prassi occidentale.
Nell’opera del gruppo ciò che presiede alla creazione è il desiderio di
dare vita alla materia per rivelarne le qualità intrinseche. Il rapporto
fra artista e materia appare dunque rovesciato: sono gli artisti a porsi
al servizio dell’opera, anziché piegarla alla propria sensibilità.
GUTAI
Dipingere con il tempo e lo spazio
Parco
di Villa Ciani, 23 ottobre 2010 - 20 febbraio 2011
La
creatività di Gutai mira ad esprimere l’autonomia estetica dei materiali.
Nel rispetto di questo principio essa non si esaurisce nella produzione di
lavori destinati ad ambienti museali. In molti casi presuppone invece il
rapporto con la natura e lo spazio aperto. La mostra ospitata presso il
Museo Cantonale d’Arte trova dunque un suo logico ampliamento nel Parco
Ciani. Qui sono ricreate alcune delle più significative installazioni
ideate dagli artisti del gruppo in occasione delle esposizioni all’aperto
organizzate in Giappone a metà degli anni Cinquanta. Fra le opere figurano
una lunga passerella percorribile, un campanile di stoffa dall’interno del
quale si può osservare uno scampolo di cielo e una serie di festoni di
nylon contenenti acqua pigmentata con colori diversi. Tali opere
presuppongono in molti casi una partecipazione attiva dell’osservatore:
esse si inseriscono nel contesto del parco, incuriosendo anche coloro che
abitualmente non frequentano i musei e comunicando un’idea dell’opera
d’arte agli antipodi rispetto a quella tradizionale.
Ineffabile perfezione.
La fotografia del Giappone. 1860-1910
A cura del Museo delle Culture,
Villa
Ciani, 23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
A
Villa Ciani vi sarà Ineffabile perfezione. La fotografia del Giappone.
1860-1910. Si tratta della più ampia esposizione temporanea del genere
mai realizzata al mondo. Il percorso tematico, frutto di un lavoro di
ricerca condotto dall’équipe del Museo delle Culture a partire dal 2007,
accompagna il visitatore alla scoperta dell’immagine tradizionale del
Giappone.
Il
visitatore è introdotto, passo dopo passo, a una visione più matura
dell’incontro tra il Giappone e l’Occidente. I temi principali sono la
rappresentazione del paesaggio e la natura “educata” dalla cultura,
l’importanza del mezzo fotografico nel definire l’immagine del Giappone,
il gusto dell’esotismo e il profondo rapporto tra la fotografia e le
stampe del ukiyo-e.
L’esposizione presenta un’approfondita analisi dell’opera e degli stili
dei principali fotografi, giapponesi e europei, attivi nel periodo in
questione con una sorprendente esplorazione delle dinamiche storiche e
antropologiche del “viaggio in Oriente” e dell’ “estetica del souvenir”.
Gli
album di fotografie in mostra presentano coperte finemente laccate e
scolpite che sono, a loro volta, un genere artistico di grande interesse.
Il percorso espositivo presenta un apparato scenografico particolarmente
suggestivo, come in una sorta di passeggiata all’interno di un giardino
giapponese.
L’esposizione è completata dalla presenza di una cinquantina di opere
d’arte e di raffinati oggetti di cultura materiale provenienti da alcune
prestigiose collezioni private. Fra questi, una magnifica armatura di
samurai del XV secolo, preziose sculture di carattere religioso, una
raffinatissima selezione di abiti maschili e femminili e una scelta di
straordinarie maschere del teatro Nō.
Shunga. Arte ed Eros nel Giappone del periodo Edo.
Museo
delle Culture, Heleneum, 23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
La
naturale conclusione del percorso espositivo è rappresentata dalla mostra
dedicata agli shunga presso il Museo delle Culture. Gli shunga,
termine giapponese che significa letteralmente “immagini della primavera”,
sono un genere di stampe a soggetto erotico che raggiunsero la massima
fioritura nel periodo dello shogunato dei Tokugawa, tra il 1603 e il 1867.
In
estrema sintesi, gli shunga costituiscono una delle più vivaci
manifestazioni di una riflessione etica ed estetica sulla brevità e
transitorietà della vita, riflessione che esprime i valori del ceto
borghese delle grandi città di quel tempo. Mercanti, artigiani, medici e
artisti erano esclusi dal potere politico, ma, economicamente fiorenti,
affermavano una concezione edonistica della vita, in aperto contrasto con
la rigida morale neoconfuciana dei samurai che reggevano il paese.
In definitiva, gli shunga materializzano la visione del mondo di
coloro che irridevano il conservatorismo del potere politico, raffigurando
il lusso, le feste, gli spettacoli teatrali e la vita delle case di
piacere, dove i borghesi trovavano la compagnia di donne esperte nell'arte
dell'intrattenimento e dell'amore.
L’esposizione, frutto di una ricerca condotta dal Museo delle Culture e
dai suoi partner, intende guidare il visitatore alla scoperta di un genere
artistico inusuale, ma che esprime un profondo legame con la vita e la
cultura giapponese del suo tempo e, più in generale, con le filosofie e la
visione del mondo delle civiltà dell’Oriente. La selezione presenta opere
degli autori più importanti dell’evoluzione del genere degli shunga,
da Koryusai a Kunimori, e comprende gran parte degli artisti più noti,
come Kiyonaga, Utamaro, Hokusai e Hiroshige.
Attività collaterali
Il
Ciani,
30 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
Per
tutto il periodo, una serie di iniziative collaterali favoriranno
l’incontro del pubblico con la cultura giapponese attraverso molte sue
affascinanti forme d’espressione.
Il
Ciani ospiterà una serie di eventi e attività, a cura delle associazioni
culturali Giappone in Italia e Giappone in Ticino, che permetteranno di
osservare da vicino o prendere parte in prima persona ad alcuni momenti
rituali e culturali della vita nipponica, realizzati e condotti da esperti
conoscitori di ognuna delle discipline proposte. In particolare, vi sarà
l’opportunità di assistere alla vestizione del kimono e della geisha, o
alla cerimonia del tè, rito che in Giappone trascende la dimensione
privata per assumere un significato sociale e spirituale.
Inoltre, si terranno ulteriori appuntamenti con la Cultura del Giappone,
come dimostrazioni di ikebana, di arti marziali, oltre a proposte di corsi
di origami e impacchettatura, potatura del bonsai, performance di
calligrafia e canto.
Gli
Spettacoli
Palazzo dei Congressi, 9 e 21 ottobre 2010
Nuovostudiofoce, 26 ottobre 2010
Teatro Cittadella, 29 novembre e 7 dicembre 2010
Il
progetto Nippon contempla anche una serie di spettacoli a partire
già da sabato 9 ottobre 2010, quando al Palazzo dei Congressi andrà in
scena Kodo in concerto: un’eccezionale esibizione dei 13
musicisti-danzatori del più spettacolare e famoso gruppo giapponese di
percussioni taiko - la Compagnia Kodo - in tournée mondiale e in esclusiva
svizzera e unica data vicino all’Italia.
Giovedì 21 ottobre 2010, sempre al Palazzo dei Congressi, sarà la volta
della Martha Graham Dance Company con uno straordinario spettacolo
di danza articolato in 5 coreografie firmate dalla grande Martha Graham e
le affascinanti scene dello scultore giapponese Isamu Noguchi.
Martedì 26 ottobre 2010 al Nuovostudiofoce, andrà in scena Nô e Kabuki,
particolarissima conferenza danzata di e con Shiro Daïmon, uno dei
massimi esperti e interpreti dell’arte gestuale tradizionale giapponese
(in collaborazione con il Festival Internazionale del Teatro).
Lunedì 29 novembre 2010 al Teatro Cittadella, Teatro Kyôgen è una
serata teatrale che mette in scena delle storie comiche giapponesi che
richiamano situazioni, personaggi e tecniche della nostra Commedia
dell’Arte. E per finire, martedì 7 dicembre 2010 al Teatro Cittadella,
Madame de Sade di Yukio Mishima (con la Compagnia Teatroaperto/Teatro
Dehon Teatro Stabile dell’Emilia Romagna e la regia di Piero Ferrarini)
propone una visione al femminile della figura del Divin Marchese su un
testo teatrale centrale nella produzione scenica dello celebre scrittore
giapponese che è anche una straordinaria sintesi di elementi culturali
europei e nipponici.
Informazioni e richiesta di materiali stampa
MaCom
LAC
Città
di Lugano
Tel:
+41 (0)58 866 72 19
Fax:
+41 (0)58 866 74 97
E-mail: pr.lac@lugano.ch
Museo
Cantonale d’Arte, Lugano
Benedetta Giorgi Pompilio
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E-mail:
benedetta.giorgi@ti.ch
Programma completo su
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